Cantare, suonare, al ritmo della musica mediterranea con Napoli capitale

di Virginia De Masi

SANREMO. SANREMO. E´ quanto ci si aspetta dalla terza edizione di Sanremo Canta Napoli in programma verso fine settembre nella cittá dei fiori nella quale da 72 anni si svolge il Festival della Canzone Italiana e che adesso, da tre anni, si ritrova nuovamente quel Festival Napoletano (ereditato nel 1934) che metterebbe la cittá della musica al primo posto in Europa per avere un doppio evento che copre sostanzialmente tutta la musica italo-mediterranea con capitale Napoli. Ed é sempre stato il pallino dell´ideatore, il direttore Ilio Masprone il quale, pur essendo torinese, ama la musica napoletana da sempre con l’ambizione di riprenderla dal Vesuvio e portarla nel resto del mondo. E questa terza edizione é quella giusta perché ha previsto che la serata finale, possa essere trasmessa da Rai Italia, la tivvú di Stato presente all´estero. Un´eccellente occasione, dunque, affinché la musica napoletana possa essere riproposta da artisti famosi napoletani, e non, e da nuove generazioni con l’unico scopo: puntare su 10 nuovi brani d´eccellenza. E per fare tutto ció era necessario rivolgersi a quei napoletani che hanno le stesse idee, alcuni esempi. Il critico musicale Federico Vacalebre (Il Mattino), il direttore d´orchestra Adriano Pennino, rispettivamente il direttore artistico e il consulente musicale, sui quali puntare per avere la certezza sulla qualitá della musica da proporre che vada oltre la sola Regione Campania; inoltre presentare le interpretazioni di nuove proposte vocali in abbinamento con gli stessi Artisti Big che vi parteciperanno. La foto ritrae al centro Ilio Masprone con a destra il critico musicale Dario Salvatori, a sinistra il conduttore della Rai, il giornalista Massimo Proietto, che hanno condotto le prime edizioni con la bellissima Miriam Candurro entrata nel secondo anno. In Giuria era giá presente il maestro Pennino che si era reso conto della bontá dell’iniziativa e che avrebbe avuto successo se avesse avuto il coraggio di proporre alternative e sperimentare, confrontandosi, con la nuova musica partenopea e riproporre i migliori successi dei vecchi Festival di Napoli e Sanremo. Ora il problema organizzativo é di capire quanto la pandemia consentirá di approfondire il discorso musicale culturale, visto il periodo di fine settembre cui andiamo incontro e per il quale speriamo di essere fuori dall’incubo look down.