SanremoCantaNapoli a settembre nel solco di Pino Daniele, Covid permettendo

di Ilaria Salerno


SANREMO. Siamo ancora tutti dentro fino al collo con questa pandemia che tormenta i Governi del mondo e che non lascia scampo nemmeno ad un´economia in ginocchio che porterá le nuove generazioni a pagarne le spese. Ed é un caro prezzo anche per l´Italia, in termini di morti giornaliere, che per mancanza di prospettive economiche. Ció nonostante la vita continua, quindi siamo costretti ad essere fiduciosi e pensare di poter ripartire, praticamente da zero. Questa è la veritá il che né dica la politica di Roma e nonostante le buone intenzioni del Primo MinistroMario Draghi. Ognuno nel proprio piccolo ci stá comunque provando a un senso compiuto a questa societá spenta che, per farla ripartire, deve darsi da fare senza sperare troppo negli aiuti del Governo  che arriveranno? Tra i molti settori dell´economia ferma, quella dello showbusiness é ormai allo stremo delle forze e stenterá a riprendersi se non apriranno porte e portoni per lasciar entrare la luce, assieme al pubblico. Venendo alla parola Programmare proviamoci anche noi ad essere fiduciosi e puntare al futuro, quindi confidiamo che l´estate possa essere il momento della ripartenza. Tra le nostre iniziative in atto la prima è la terza edizione della rassegna SanremoCantaNapoli, prevista verso fine settembre, potrebbe rappresentare il momento del riscatto lavorativo che porterebbe a ripercorrere la strada, iniziata tre anni fa, al Teatro del Casino di Sanremo oggi purtroppo fortemente penalizzato dalla chiusura. Un evento che ha la presunzione di rilanciare la Canzone d´Autore Partenopea, nel solco del gigante Pino Daniele, puntando anche su nuove leve creative proprio da quella sede, il Teatro dell´Opera del Casino, appunto, che ha dato i Natali al Festival Napoletano nel 1934 con Ernesto Murolo e Raffaele Viviani. Ma per farlo sarebbe indispensabile che alcuni interpreti di oggi accettino la sfida di mettersi in gioco per appoggiare l´iniziativa senza eccessive pretese visto anche il momento economico tragico. Artisti come Eugenio Bennato, Enzo Gragnaniello, Enzo Avitabile, Maria Nazionale, Sal Da Vinci, Pietra Montecorvino, Mario Maglione, ma anche non napoletani come Franco Simone, Mariella Nava, i Jalisse, i nuovi Matia Bazar o la stessa Arisa, potrebbero essere onorabili rappresentanti del nuovo filone vesuviano che potrebbe contenere anche influenze musicali di artisti d´oltreoceano, dove la musica napoletana è tutt´ora molto apprezzata; idee e progetti pronti a decollare sempre che il Covid non ci metta ancora lo zampi